Una questione che interessa molti è il calcolo della retribuzione durante i periodi di riposo. Molti datori di lavoro tendono a escludere dal computo della retribuzione feriale alcune indennità specifiche (come quelle di trasferta o per mansioni particolari), ritenendo che, non lavorando effettivamente in quei giorni, il dipendente non ne abbia diritto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 24899 del 2025, ha fatto chiarezza su questo punto, respingendo il ricorso di un'azienda che aveva escluso diverse voci accessorie dalla paga delle ferie.
Il caso riguardava alcuni lavoratori che chiedevano l'inclusione nella retribuzione feriale di compensi come l'indennità di trasferta, la diaria ridotta, l'indennità di percorrenza e quella per "duplici mansioni". L'azienda si opponeva, sostenendo che tali voci non dovessero essere calcolate.
La Corte di Cassazione ha dato torto all'azienda, confermando un principio fondamentale di derivazione europea: la retribuzione durante le ferie deve essere sostanzialmente equiparabile a quella ordinaria. Il ragionamento dei giudici è molto logico e si basa sulla Direttiva 2003/88/CE: se un lavoratore subisce una diminuzione dello stipendio durante le ferie, potrebbe essere scoraggiato dal prenderle. Poiché il diritto al riposo è sacrosanto per la salute e la sicurezza, qualsiasi disincentivo economico è vietato.
In sintesi, la Corte ha stabilito che la retribuzione feriale deve comprendere "qualsiasi importo pecuniario che si pone in rapporto di collegamento all'esecuzione delle mansioni e che sia correlato allo status personale e professionale del lavoratore".
Questa pronuncia ha un impatto diretto sui cedolini paga. Significa che se un dipendente percepisce abitualmente indennità legate alle sue mansioni (come quelle di guida, trasferta o disagio), queste somme non possono sparire magicamente quando va in ferie. La retribuzione deve rispecchiare quella "normale".
Non solo: la Cassazione ha condannato l'azienda anche per "lite temeraria" (art. 96 c.p.c.), costringendola a pagare una somma extra per aver insistito in un ricorso palesemente infondato, dato che la giurisprudenza su questo tema è ormai consolidata.
Questa sentenza è un campanello d'allarme per la gestione delle paghe. Dal mio punto di vista, è fondamentale verificare se il calcolo della retribuzione feriale nel vostro contratto o nella vostra azienda rispetti questi parametri europei. Escludere voci fisse e ricorrenti espone al rischio di vertenze costose che, come dimostra questo caso, possono portare anche a sanzioni processuali pesanti. Se hai dubbi sulla correttezza della tua busta paga o sulla conformità delle procedure aziendali, un'analisi approfondita è il primo passo per evitare sorprese.
